LEGALITA’ , VIA DI LIBERTA’

Un incontro davvero speciale quello dei ragazzi della scuola Mancini impegnati nel progetto Pon c3 legali al sud con il dott. Augusto Bruschi, già procuratore capo della corte d’Appello di Taranto, magistrato eccellente , figlio della nostra terra insignito durante i festeggiamenti in onore di S. Cataldo del Cataldus d’argento per: per l’alta professionalità con cui ha amministrato per quarantasei anni la giustizia, in qualità di magistrato, sempre attento ai valori umani e sociali, presupposti fondamentali su cui ha basato il suo impegno mirante al riscatto e al recupero della dignità di coloro che vivono nella solitudine della detenzione. Un giudice che annovera l’esperienza di chi combatte in prima linea perché prevalga la giustizia e la legalità, con una passione e una umanità capace di trasmettere emozioni forti. Il suo è infatti un racconto appassionato di vicende, aneddoti, ricordi personali intrisi di tenerezza e speranza, fiducioso così com’è nella natura umana, capace di redimersi se solamente la società tutta, intesa come tessuto di relazioni positive e tese al bene comune , diviene capace di aprirsi all’altro , di uscire dall’egoismo e dall’individualismo sfrenato, dal consumismo che spinge spesso, specie i più giovani a ricorrere all’illecito pur di possedere ciò che può consentire di sentirsi “come gli altri”. Nel corso della sua carriera di magistrato, ha dedicato un’attenzione particolare alla situazione carceraria e ai detenuti in genere, creando occasioni e opportunità di riscatto che vanno dall’istituzione del Liceo Artistico di Taranto alla fondazione della casa famiglia S. Damiano. “Tanti di quei giovani- dice il Procuratore- sono finiti dietro le sbarre perché non hanno ricevuto la vostra stessa opportunità di istruzione ed educazione, lasciandosi tentare dalla malavita che sfrutta i minori per i traffici illeciti legati soprattutto allo spaccio della droga”. Di qui il monito alle istituzioni primarie, famiglia e scuola a continuare il compito di accompagnare i ragazzi alla riflessione sui temi della legalità, dei comportamenti legittimi che tutelano tutti e conferiscono a ciascuno quella libertà che ci consente di essere comunità sociale. “Bisogna gettare il seme del coraggio: quello di dire no all’imbroglio, alla raccomandazione, alla violenza in ogni sua forma” e cita, l’illustre ospite, il coraggio mostrato dai ragazzi in questi giorni nelle manifestazioni di Brindisi e di Palermo. Lì sotto l’albero Falcone, i nostri ragazzi, il 23 maggio, hanno vissuto la loro testimonianza di coraggio, con la spontaneità, l’ingenuità e la curiosità dei loro 10 anni ma sapendo di essere parte di un pezzo di mondo che grida al cambiamento, che si propone di rompere le catene della schiavitù dalle mafie. “Il vostro coraggio è il nostro coraggio” ha concluso il giudice rivolgendosi ai ragazzi . Noi adulti siamo andati via con la consapevolezza di avere la responsabilità di essere per loro esempi credibili, sempre.

Fonte: TINA LACATENA