Il rapporto tra scienza e fede

(Riprendiamo e riproponiamo, leggermente modificato, l’articolo a firma di Mario Iannaccone apparso su “Avvenire” del 19.2.2013 circa il rapporto tra scienza e fede)

L’idea che la Chiesa sia nemica della scienza e del sapere è una falsa leggenda nera, nata tra Sei e Settecento dalla propaganda protestante, e non difficile da confutare a livello storiografico come, del resto, è stato fatto molte volte. Tuttavia certe disinformazioni, a furia di essere ripetute sulle pagine di periodici e riviste di divulgazione scientifica (divenute ultimamente veicoli ideologici), negli studi televisivi o nelle aule scolastiche, finiscono per influenzare giovani e meno giovani. Per questo motivo, a pochi giorni dalla conclusione del “Darwin day”, celebrato con iniziative caratterizzate dalla lettura della scienza come movimento di conoscenza che si è sviluppato contro e nonostante la Chiesa, è stato organizzato, per la prima volta, un “Mendel day”. Contro ogni lettura unilaterale e ideologica della scienza, l’iniziativa si è tenuta nei giorni scorsi a Verona (vedi il sito: www.mendelday.org) con l’obiettivo di riaffermare la semplice evidenza che la Chiesa e gli uomini di fede sono sempre stati protagonisti nello sviluppo della scienza e dello studio della natura sin dalle origini, e che la contrapposizione, ovvero l’inimicizia radicale fra scienza e fede, è una creazione ideologica. Ma chi era Gregor Mendel? Era un frate agostiniano di nazionalità ceca, biologo e matematico insigne, vissuto tra il 1822 e il 1884. Le sue intuizioni furono messe alla prova in una serie di intelligenti esperimenti condotti su piantine di pisello, nell’orto del suo convento, che gli consentirono di scoprire le leggi fondamentali dell’ereditarietà. Le sue ricerche, pubblicate nel 1865 e poi a lungo cadute nell’oblio, sarebbero divenute in seguito fondamentali per istituire il campo di studi della genetica. Lui, come Lazzaro Spallanzani e Nicolò Copernico, era un sacerdote. E lo stesso si può dire di Renè Just Hauty, padre della mineralogia, o di Benedetto Castelli, padre dell’idraulica moderna, o di Georges Lemaitre, teorico del “Big bang”, e di moltissimi altri, nei campi più vari. Il “Mendel day” non intendeva essere un’iniziativa contro qualcuno, ma a favore dell’equilibrio, della completezza e della verità. La scienza non fu, è necessario chiarirlo, la conquista esclusiva di alcuni illuminati che dovettero lottare contro istituzioni religiose e oppressive, ma anzi di persone intelligenti di varia estrazione tra i quali si contavano moltissimi uomini di fede e di Chiesa, mossi alla conoscenza e allo studio della natura, con rispetto e meraviglia. Per rammentare che la vita e l’universo obbediscono a leggi che possono essere studiate ma poggiano su un mistero che sfugge a ogni riduzionismo materialista. Leggiamo nel “Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica”: “Anche se la fede supera la ragione, non vi potrà mai essere contraddizione tra fede e scienza, perchè entrambe hanno origine da Dio. E’ lo stesso Dio che dona all’uomo sia il lume della ragione sia la fede” (n. 29). E S. Agostino aggiunge: “Credi per comprendere, comprendi per credere”.

Fonte: Don Michele Colucci