Riceviamo e Pubblichiamo L’Accademia del tufo è sparita. Un altro fallimento di Ippolito per un’attività che vendeva come parte fondante della sua “rivoluzione copernicana” e che, come disse in un Consiglio comunale, doveva essere “una delle chicche che nel prossimo futuro renderà giustizia a questo paese”. L’idea non era certo una rivoluzione come diceva lui, ma tutto sommato era condivisibile e aveva avuto un buon riscontro, soprattutto rispetto ai mastodontici fiaschi degli altri “pregiati corsi”, organizzati da Delfino. Il problema era che, come tutte le cose di Ippolito, era molto arronzata: gli ambienti in cui si svolgevano le attività non erano certo a norma (le grotte); chi non era esentato pagava una bella cifra (pare da 200€ al mese…); tutti gli introiti non si sa che fine facessero (e da quanto affermano gli allievi, nessuno emetteva fattura); venivano rilasciati degli attestati il cui valore giuridico non è del tutto chiaro. Ora alcune domande nascono spontanee… L’Amministrazione, che pubblicamente si è sempre presa il merito di aver fatto nascere questa “Accademia”, era a conoscenza dell’andamento dei corsi? Che tipo di garanzie ha dato finora ai corsisti? Quali iniziative stava mettendo in campo per far decollare questo tipo di attività e per farla svolgere in luoghi sicuri? Sapeva che stesse per chiudere? Che fine hanno fatto i manufatti realizzati dai ragazzi del corso? Ci saranno risposte alle nostre domande? Non sappiamo. Comunque sia, ci auguriamo che almeno adesso si dia qualche supporto concreto a quei ragazzi che sono “rimasti a terra”… Che altro dire: le “vere capacità” di Ippolito stanno emergendo tutte e ora che anche l’Accademia se n’è andata… ci rimane solo il tufo!!!
Fonte: Paese Futuro