Il 2 giugno sia la festa della nostra Costituzione

Alla vigilia della sua celebrazione, il ministro della Difesa Mauro conferma, altrettanto simbolicamente, come oltremodo necessaria la scelta di acquisto dei 90 F35.
Che rappresentazione si ha e si vuole dare del nostro paese? Che priorità si sottolineano di fronte all’opinione pubblica?
La nostra politica estera, quella di un paese europeo immerso nel mediterraneo, dove altri popoli soffrono e lottano per affermare democrazia e diritti, deve mostrare il volto di un paese armato, preparato a interventi offensivi o quello della diplomazia, di un paese artefice di relazioni e di pace?
La nostra politica interna, stretti nella morsa della crisi economica, non ha bisogno, oggi più che mai, di dare coerenza al motto “svuotare gli arsenali e riempire i granai”?
La festa della Repubblica ha bisogno ancora nel XXI secolo, quello della globalizzazione non dei confini da difendere, di rappresentare l’identità e l’unità del paese intorno agli strumenti di difesa armata?
La scelta di acquisto degli F35 è sbagliata da tanti punti di vista, da quello tecnico a quello economico, rappresentato dallo spreco di risorse pubbliche, tanto più in tempo di crisi, ma soprattutto, trattandosi di strumenti offensivi, è una scelta che viola l’articolo 11 della nostra Costituzione.
Il 2 giugno sia la festa della Costituzione, del patto di alta convivenza della nostra collettività nazionale, dei legami che ci uniscono in questa nostra Repubblica intorno ai diritti da difendere, da promuovere e da rendere esigibili, dell’ingresso di nuovi cittadini, del rinnovo del patto di cittadinanza scritto nella prima parte della nostra Costituzione.
Il 2 giugno di questo anno sia l’occasione per un ripensamento del nostro modello di difesa, per una riflessione sulla necessità della riduzione delle spese militari, per un investimento in nostre più adeguate politiche di pace e di convivenza civile nel mediterraneo.
Il 2 giugno di questo anno sia l’occasione per decidere di chiudere finalmente con una rappresentazione superata della nostra Repubblica e per metterci al lavoro per una nuova, intorno all’idea di una collettività che festeggia la sua Costituzione.

Paolo Beni – Presidente Nazionale ARCI

Fonte: Trisciuzzi Vito – Presidente Comitato Arci Valle d